
Ho visto talvolta ebrei ortodossi pregare oscillando avanti e indietro. Perché? La stessa pratica mi pare vi sia nelle madrasse: il movimento oscillatorio induce una specie di trance o vi è un aspetto rituale.
Grazie
Andrea Pardini
Caro Andrea,
Molti ebrei, ortodossi e non, pregano oscillando il corpo avati ed indietro. Questo movimento facilita la recitazione metrica della preghiera, ed è parte di quello che nell’ebraismo è definito “Kavvanàh” ossia “intento”.
La Kavvanàh è in parole povere, l’autocoscienza del momento sacro, del fatto che le parole che si stanno pronunciando hanno un significato, e non sono semplicemente qualcosa che si manda a memoria e si recita giornalmente “perché si deve”.
Gli ortodossi sono soliti legare il movimento nella preghiera al Salmo 35 (Ed ogni arto del mio corpo dichiarerà: chi è pari a Te, o Signore?). Dunque si potrebbe dire che La Kavvanàh è l’esatto contrario della trance, che è l’estraniazione della volontà dal corpo, mentre nella preghiera ebraica mente e corpo devono essere insieme presenti e coscienti dell’atto che stanno compiendo.
Non è comunque dogma, ci sono ebrei che oscillano e altri che non oscillano affatto, ed il movimento è solo parte dell’intento. Oltre ad essere un ottimo richiamo all’ordine per il corpo, specialmente quando ci si accorge che invece di pregare si sta lumando il matroneo.
Yankele